Negli ultimi anni, sempre più automobilisti hanno cominciato a prestare la giusta attenzione agli pneumatici con cui equipaggiano i loro veicoli, capendo che la loro performance dipende anche dalla qualità e dalle condizioni delle gomme.
A tal proposito, i guidatori leggono attentamente i simboli e i codici presenti sugli pneumatici, cercando così di orientarsi verso quelli migliori. Uno di questi simboli, presente sul fianco degli pneumatici, è quello che inizia con le lettere “DOT”.
Cosa significa l’iscrizione DOT sugli pneumatici
Si tratta di una marcatura che deriva dall’abbreviazione americana “Department of Transportation”, ovvero Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti. Questa marcatura è accompagnata da diverse lettere e quattro cifre.
Lo scopo del DOT è quello di identificare più facilmente gli pneumatici, contenendo informazioni sul produttore dello pneumatico, sul paese di provenienza e sulla data di fabbricazione.
La maggior parte dei guidatori presta un interesse eccessivo al DOT nel processo di acquisto di un set di pneumatici. Tuttavia, quando si tratta di scegliere gli pneumatici giusti, non è il DOT a contare, ma le caratteristiche e le prestazioni della gomma.
Come interpretare correttamente l’iscrizione DOT
Prendiamo un esempio concreto di iscrizione DOT su un pneumatico. Ad esempio, DOT NDOF HWNX 4015.
Come abbiamo detto, le prime tre lettere, ovvero “DOT”, derivano dal “Department of Transportation”.
Le prime due lettere del primo gruppo di 4 dopo “DOT” rappresentano il paese (o lo stato, nel caso degli Stati Uniti) di fabbricazione e il produttore. Nel nostro caso, ND rappresenta la Germania e il produttore è Goodyear.
Il secondo gruppo di simboli, di solito di 4 ma può anche essere composto da soli 3, è una combinazione interna utilizzata dal produttore per tracciare i lotti.
L’ultimo gruppo di cifre rappresenta la data di fabbricazione, le prime due cifre rappresentano la settimana dell’anno in cui è stato prodotto il pneumatico, mentre le ultime due rappresentano l’anno di produzione. Nel nostro caso, 4015 rappresenta la settimana 40 dell’anno 2015.
Quanto è importante l’iscrizione DOT quando si acquistano pneumatici
Secondo quanto dichiarato da Michelin, leader mondiale nella produzione di pneumatici, il DOT non conta. È una misconcezione diffusa tra i consumatori, inclusi quelli del nostro paese.
Questo non accade tuttavia negli Stati Uniti, in Francia, Germania o Australia. È solo un pregiudizio. In realtà, la data di fabbricazione (DOT) non è la cosa più importante, ma la data in cui gli pneumatici sono stati montati sul veicolo. La gomma inizia ad invecchiare una volta che viene montata ed utilizzata.
La vecchiaia precedente è insignificante, poiché prima del montaggio, la gomma non viene gonfiata e non è soggetta a grandi variazioni di temperatura in magazzino, quindi non si deteriora.
Secondo Michelin, leader mondiale nella produzione di pneumatici, ci sono stati studi condotti in Corea, Germania e Arabia Saudita che dimostrano che non c’è alcuna differenza tra le prestazioni di pneumatici nuovi e quelli che sono stati immagazzinati per diversi anni.
“In Arabia Saudita, i pneumatici immagazzinati a una temperatura di 40°C sono stati confrontati con i pneumatici che hanno percorso 40.000 km (quasi 2 anni di utilizzo per un guidatore medio). Il confronto riguardava le caratteristiche fisiche della gomma della banda di rotolamento.
Sono serviti 20 anni di immagazzinamento a 40°C per far sì che i pneumatici raggiungessero le stesse caratteristiche di quelli che hanno percorso 40.000 km. In altre parole, una gomma utilizzata su un veicolo per un anno è tanto invecchiata quanto una gomma immagazzinata per 10 anni a una temperatura di 40°C. Conclusione: le gomme invecchiano molto più velocemente quando vengono utilizzate rispetto a quando vengono immagazzinate”, spiegano quelli di Michelin.