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    Origine e trasmissione della varicella

    La varicella è una malattia infettiva altamente contagiosa causata dal virus varicella-zoster (VZV), appartenente alla famiglia degli herpesvirus. Questo virus è responsabile non solo della varicella, ma anche dell’herpes zoster, noto come fuoco di Sant’Antonio. La varicella è una patologia comune, soprattutto tra i bambini, ma può colpire anche adulti non immunizzati o con sistema immunitario compromesso.

    Il virus della varicella si trasmette principalmente per via aerea attraverso goccioline di saliva emesse con la tosse o gli starnuti di una persona infetta. Può anche diffondersi tramite il contatto diretto con le lesioni cutanee del malato. La contagiosità della varicella è notevole: si stima che una persona infetta possa trasmettere il virus a circa il 90% delle persone non immunizzate con cui entra in stretto contatto.

    Secondo il Dr. Giovanni Rossi, virologo presso l’Istituto Superiore di Sanità, "La varicella è una delle malattie più contagiose che esistano. La prevenzione tramite vaccinazione è fondamentale per ridurre l’incidenza della malattia e prevenire complicanze." È interessante notare che il periodo di incubazione del virus, ovvero il tempo che intercorre tra l’esposizione al virus e la comparsa dei sintomi, varia generalmente tra i 10 e i 21 giorni.

    I sintomi iniziali della varicella

    I sintomi della varicella iniziano generalmente a manifestarsi dopo il periodo di incubazione. I primi segni sono spesso lievi e possono includere febbre bassa, malessere generale, affaticamento e perdita di appetito. Questi sintomi iniziali possono essere facilmente confusi con quelli di altre infezioni virali minori, rendendo difficile una diagnosi precoce senza la comparsa del caratteristico esantema.

    A seguito dei sintomi iniziali, si verifica l’eruzione cutanea tipica della varicella. Questa eruzione inizia generalmente sul viso, sul cuoio capelluto o sul tronco e si diffonde rapidamente al resto del corpo. Le lesioni cutanee evolvono rapidamente da macchie rosse a papule, poi a vescicole piene di liquido e infine a croste. Questo processo può durare diversi giorni, con nuove vescicole che appaiono per circa 3-5 giorni. Durante questo periodo, la persona affetta resta altamente contagiosa.

    È importante notare che la gravità dei sintomi può variare notevolmente da individuo a individuo. Mentre alcuni possono sperimentare una forma lieve, altri, in particolare bambini piccoli, adulti e persone con sistema immunitario compromesso, possono sviluppare sintomi più gravi e complicanze.

    Complicanze associate alla varicella

    Mentre la varicella è spesso considerata una malattia dell’infanzia lieve, può portare a complicazioni significative, specialmente in alcuni gruppi a rischio. Le complicanze più comuni includono infezioni batteriche secondarie della pelle, polmonite virale e, più raramente, encefalite. Ad esempio, si stima che circa 1 su 4000 casi di varicella possa sviluppare encefalite.

    Le infezioni batteriche della pelle sono tra le complicanze più frequenti e possono derivare dal grattarsi le vescicole, che provoca l’introduzione di batteri nella pelle lesionata. Questo può portare a infezioni come l’impetigine o, in rari casi, a infezioni più gravi come la cellulite o la fascite necrotizzante.

    Inoltre, la varicella può essere particolarmente pericolosa per le donne in gravidanza, poiché il virus può attraversare la placenta e infettare il feto, causando una condizione chiamata sindrome da varicella congenita. Questa sindrome può portare a gravi malformazioni congenite e complicanze neonatali. È essenziale che le donne in gravidanza evitino il contatto con persone affette da varicella e considerino la vaccinazione se non immuni.

    Prevenzione della varicella

    La prevenzione della varicella si basa principalmente sulla vaccinazione. Il vaccino contro la varicella è stato introdotto negli anni ’90 e ha mostrato un’elevata efficacia nel prevenire la malattia e le sue complicanze. Il programma vaccinale standard prevede due dosi del vaccino, somministrate rispettivamente tra i 12 e i 15 mesi di età e tra i 4 e i 6 anni.

    Studi clinici hanno dimostrato che il vaccino contro la varicella è efficace nel prevenire la malattia in circa il 85-90% delle persone che ricevono entrambe le dosi. Inoltre, anche nei casi in cui la malattia si sviluppa nei vaccinati, i sintomi tendono ad essere molto più lievi e di breve durata rispetto a quelli dei non vaccinati.

    • Riduzione delle complicanze severe.
    • Protezione indiretta della comunità (immunità di gregge).
    • Prevenzione dell’herpes zoster in età avanzata.
    • Riduzione dell’assenteismo scolastico e lavorativo.
    • Protezione delle donne in gravidanza e dei neonati.

    Il Dr. Marco Bianchi, specialista in malattie infettive, sottolinea che "La vaccinazione non è solo una protezione individuale, ma un atto di responsabilità verso la comunità. Proteggere i più vulnerabili è un obiettivo fondamentale della salute pubblica."

    Diagnosi e trattamento della varicella

    La diagnosi della varicella è solitamente basata sull’esame clinico e sulla storia del paziente. La presenza delle caratteristiche vescicole cutanee è generalmente sufficiente per una diagnosi accurata. Nei casi dubbi, possono essere eseguiti test di laboratorio, come la PCR (reazione a catena della polimerasi), per identificare il DNA del virus varicella-zoster.

    Il trattamento della varicella è principalmente sintomatico e mira ad alleviare i sintomi e prevenire le complicanze. Antipiretici come il paracetamolo possono essere utilizzati per ridurre la febbre, mentre gli antistaminici orali o topici possono aiutare a controllare il prurito. È importante evitare l’uso di aspirina nei bambini con varicella, poiché è associata alla sindrome di Reye, una rara ma grave condizione epatica e cerebrale.

    In alcuni casi, specialmente in individui a rischio di complicanze, può essere indicato l’uso di farmaci antivirali come l’aciclovir. Questo farmaco è più efficace se iniziato entro 24 ore dalla comparsa dell’eruzione cutanea e può ridurre la durata e la gravità dei sintomi.

    Il Dr. Silvia Conti, pediatra, consiglia: "È fondamentale evitare il contatto del bambino infetto con altre persone non immunizzate, in particolare neonati, donne in gravidanza e persone con sistema immunitario compromesso, fino a quando tutte le lesioni cutanee non sono crostose."

    Implicazioni future e ricerche in corso

    La ricerca sulla varicella e sui suoi effetti continua ad evolversi, con nuovi studi che mirano a migliorare la comprensione e il trattamento della malattia. Una delle aree di interesse attuale riguarda l’herpes zoster, una riattivazione del virus varicella-zoster nei nervi periferici che può causare dolore intenso e complicanze neurologiche, soprattutto negli anziani.

    Studi recenti stanno valutando l’efficacia di nuove strategie vaccinali per ridurre l’incidenza dell’herpes zoster nei soggetti anziani vaccinati contro la varicella durante l’infanzia. Inoltre, c’è un crescente interesse nello sviluppo di vaccini e trattamenti più efficaci per ridurre ulteriormente il carico di malattia associato al virus varicella-zoster.

    Secondo il dottor Marco Ferri, ricercatore nel campo delle malattie infettive, "La ricerca futura potrebbe portarci a una comprensione più approfondita delle risposte immunitarie al virus varicella-zoster, consentendo lo sviluppo di terapie mirate per controllare meglio la malattia e prevenire le sue complicanze a lungo termine."

    Nel complesso, mentre la disponibilità di un vaccino efficace ha drasticamente ridotto l’incidenza della varicella nei paesi con programmi di vaccinazione ben strutturati, la malattia rimane una preoccupazione significativa nelle regioni con tassi di vaccinazione più bassi. La continua ricerca e l’impegno nella promozione della vaccinazione sono essenziali per controllare e, eventualmente, eliminare questa malattia prevenibile.

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